Il Giorno della Memoria: un impegno collettivo contro l’oblio e l’antisemitismo

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Il 27 gennaio, giorno in cui nel 1945 le truppe sovietiche liberarono Auschwitz, il mondo si ferma per commemorare le vittime dell’Olocausto. Istituito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2005, il “Giorno della Memoria” invita a riflettere su uno dei capitoli più bui della storia dell’umanità: lo sterminio sistematico di sei milioni di ebrei, insieme a rom, disabili, omosessuali, oppositori politici e altre minoranze perseguitate dal regime nazista.

I fatti storici: l’abisso dell’umanità

Tra il 1933 e il 1945, sotto l’ideologia nazista, l’Europa conobbe la macchina genocida della “Soluzione Finale”. Nei campi di sterminio come Auschwitz, Treblinka e Sobibór, milioni di uomini, donne e bambini furono ridotti a numeri, vittime di un odio irrazionale trasformato in politica di Stato. Deportazioni, camere a gas, lavori forzati e marce della morte furono gli strumenti di un genocidio senza precedenti, che la liberazione di Auschwitz portò alla luce in tutta la sua crudezza.

In Italia, le leggi razziali del 1938 segnarono l’inizio di una tragedia nazionale: la discriminazione degli ebrei italiani, il loro allontanamento dalla vita pubblica, fino alle deportazioni nei lager. Non possiamo dimenticare che queste leggi furono il risultato di una complicità attiva tra il regime fascista e il Terzo Reich.

L’antisemitismo oggi: una minaccia persistente

Nonostante il “Mai più” pronunciato all’indomani della Shoah, l’antisemitismo non è mai scomparso. Al contrario, negli ultimi anni si è riaffacciato con forza, alimentato dai social media, da teorie complottiste e da movimenti politici estremisti.

In Italia, Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz e oggi senatrice a vita, è diventata il simbolo vivente della lotta contro l’odio. Tuttavia, il suo impegno è stato accompagnato da minacce di morte e insulti antisemiti, tanto da rendere necessaria l’assegnazione di una scorta nel 2019. Le minacce alla Segre, che definisce “odiatori da curare”, non sono solo attacchi a una persona, ma al valore stesso della memoria e alla dignità collettiva.

Secondo un rapporto dell’Osservatorio sull’Antisemitismo del 2023, in Italia si è registrato un aumento degli episodi di odio antiebraico, dai vandalismi sui luoghi di culto alle minacce online. Questo dimostra quanto sia importante non abbassare la guardia.

La memoria come strumento di resistenza

Il Giorno della Memoria non è solo un momento di riflessione sul passato, ma un appello urgente a combattere l’odio nel presente. Come ha ricordato Liliana Segre: “La memoria non è un esercizio sterile. È un’arma contro l’indifferenza”.

Educare le nuove generazioni è fondamentale per garantire che l’orrore della Shoah non cada nell’oblio. Tuttavia, la memoria da sola non basta. Servono politiche attive, iniziative culturali e un impegno collettivo per contrastare ogni forma di discriminazione.

La memoria non è una commemorazione rituale, ma un atto politico e morale. Nel ricordare le vittime della Shoah, dobbiamo chiederci cosa stiamo facendo oggi per combattere l’antisemitismo e l’odio in tutte le sue forme. Le minacce contro Liliana Segre e il ritorno di movimenti xenofobi e negazionisti sono un campanello d’allarme.

Il Giorno della Memoria ci chiama a essere vigili, a difendere i valori di uguaglianza, giustizia e libertà, e a rendere la frase “Mai più” un impegno concreto. Solo così possiamo onorare il passato e costruire un futuro in cui nessuno debba subire ciò che milioni di innocenti hanno vissuto.