Come un Esame della Retina Può Prevedere il Rischio di Ictus: La Scoperta della Scienza

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Recenti studi hanno evidenziato che un semplice esame oculistico potrebbe diventare uno strumento efficace per prevedere il rischio di ictus. In particolare, l’analisi dei vasi sanguigni della retina, la membrana sensibile alla luce situata nella parte posteriore dell’occhio, può rivelare cambiamenti significativi associati a un aumento del rischio di ictus.

Una ricerca pubblicata sulla rivista Heart ha utilizzato l’intelligenza artificiale per analizzare le immagini del fondo oculare di oltre 45.000 adulti britannici con un’età media di 55 anni. Durante un periodo di monitoraggio di circa 12,5 anni, 749 partecipanti hanno subito un ictus. L’analisi ha identificato 29 parametri vascolari retinici significativamente associati a un aumento del rischio di ictus, tra cui:

Densità dei vasi: variazioni nella densità vascolare erano correlate a un aumento del rischio del 10-19%.

Calibro dei vasi: modifiche nel diametro dei vasi sanguigni erano associate a un incremento del rischio del 10-14%.

Tortuosità dei vasi: un aumento della curvatura dei vasi sanguigni comportava un aumento del rischio del 10,1%.

Complessità della rete vascolare: alterazioni nella complessità dei vasi retinici erano legate a un aumento del rischio del 12,4-16%.

Questi risultati suggeriscono che l’impronta vascolare retinica, combinata con dati demografici come età e sesso, può essere efficace quanto i tradizionali fattori di rischio nel prevedere la probabilità di un ictus. Dato che le immagini del fondo oculare possono essere ottenute durante normali visite oculistiche, questo approccio rappresenta una strategia pratica e facilmente implementabile per la valutazione del rischio di ictus, specialmente nell’assistenza sanitaria di base e in contesti con risorse limitate.

L’adozione di tali metodologie potrebbe facilitare l’identificazione precoce degli individui a rischio, permettendo interventi preventivi tempestivi e personalizzati. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per validare questi risultati e integrarli efficacemente nella pratica clinica quotidiana.