MA MI STAI ASCOLTANDO?

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Breve e triste storia comune

Era già un problema etico che coinvolgeva gli antichi filosofi greci e, nel caso della foto di corredo a questo articolo , reso bene attraverso una metafora neanche troppo velata attribuita a Zenone di Cizio.

Personalmente, noto pure oggi una rilevante e diffusa incapacità di saper ascoltare. Ma sul serio. Ovvero quei momenti in cui ci si stacca dal proprio egocentrismo per empatizzare col prossimo, focalizzandosi su quello che ti stanno dicendo e per il quale, in quel momento, è protagonista chi hai di fronte. Con la sua necessità di condividere difficoltà, felicità, progetti, ansie, frustrazioni…il mondo di quasi tutti noi in sostanza,

Anche l’equilibrio fra ascoltare ed essere ascoltati è molto importante per una costruzione rapportuale reciproca e sana.

L’ incapacità di sapersi ascoltare vicendevolmente è parecchio più responsabile e trasversale di quanto possa apparire, nei molti processi che coinvolgono genti e situazioni.

Questo meccanismo che richiede: attitudine ricettiva, accoglienza dei sentimenti altrui, comprensione, emotività e possibilmente consiglio, non a caso, è definita un’arte. L’arte dell’ascolto appunto.

Quale abilità quindi atta alla connessione profonda fra individui ritengo, come anticipato sia, quando non esercitata, origine di molti malesseri moderni e, perché no, pure di difficoltà seria di interazione sociale, con tutte le derive che ne seguono a partire dall’incomprensione del prossimo o della realtà; pena l’inizio di incomunicabilità, rancori, ritorsioni, bias, disaffezione graduale e altro. Psicologi e Psichiatri in primis, sapranno approfondire molto meglio il tema.

Saper ascoltare è un impegno. Uno sforzo durante il quale si chiede al proprio ego di farsi da parte.

Ci si deve sottrarre tempo e pazienza. Si deve lottare contro la fretta, l’ansia che oggi pressa ognuno di noi, i disinteressi.

Vero è pure che non si nasce tutti empatici e sensibili (grandi qualità un po’ boomerang), ma spesso basterebbe un po’ di disponibilità, più facilmente reperibile.

L’ascolto non si dice, si fa. E come già significato in precedenza, l’egoista non può essere un ascoltatore attivo e attento. Potrà essere uno strumentalizzatore o un manipolatore tutt’al più, che ascolta solo per scovare debolezze altrui sulle quali esercitare e soddisfare se stesso. Volendo estendere tali limiti o qualità a tutti i generi ovviamente.

PER UN EFFICACE ASCOLTO ATTIVO DEVI AVERE UN BUON RAPPORTO EQUILIBRATO E SERENO CON IL TUO EGO E LA TUA FUNZIONALITA’ PSICHICA.

Essere ascoltati aumenta la propria percezione di essere rispettati e valorizzati, come l’ascoltare ritorna agli altri lo stesso, creando un circolo virtuoso relazionale.

Saper ascoltare porta equilibrio, empatia, sensibilità, riflessione, risoluzioni di problemi, arricchimento. O almeno dovrebbe.

Tutti si nota in aggiunta, ad esempio, quanto la distrazione tecnologica odierna appesantisca le relazioni aumentando il livello di disattenzione ed esclusione verso il prossimo, così come stress e premure personali opprimenti (fra molte altre varie ed eventuali), implementano la superficialità dei rapporti.

Rispetto, considerazione, attenzione e crescita personale sono successivi cardini del saper ascoltare.

Osservando che, la comunicazione do ut des efficace, riduce distorsioni relazionali, crea fiducia, dà supporto emotivo e unisce promuovendo forza e coesione sociale, contrastando i conflitti.

L’ educazione alla gestione dell’ego e all’importanza di valori fondamentali quali i citati, (di larga diffusione mal interpretativa) non si vuole capire che sono alla base di tutta una serie di conseguenze e disagi ben più importanti e distruttivi di quanto si creda. Perfino una guerra ha origine dal non ascolto, da mancanza di rispetto, empatia e confronto ma, soprattutto, dall’egoismo. Altro addendo nefasto presente, a mo’ di prezzemolo, in tutte le situazioni umane. Un serpente difficile da stanare e ben mascherato che accompagna la natura profonda dell’Uomo da sempre.

Una delle evergreen chiavi di svolta risiede nell’equilibrio. Nella capacità di governo di pregi e difetti.

Allora, nella fattispecie, basterebbe trattare come si vorrebbe esser trattati, usando consapevolezza e buon senso. In fondo, tutti abbiamo bisogno di qualcun’altra/o che ci “sappia” ascoltare.

Peccato che a quanto pare sia sempre più un’orizzonte che si allontana. Evidentemente, anche sull’interpretazione e la gestione del libero arbitrio, impera una inquietante e diffusissima confusione interpretativa.

“L’egoismo parla tutte le lingue e suona tutti gli strumenti, e la sua eloquenza si ripone soprattutto nel nascondersi.”

François de La Rochefoucauld