L’onorevole Roberto Cota, politico di lungo corso e figura di rilievo della politica italiana, oggi in Forza Italia, ha sempre saputo interpretare con lucidità le trasformazioni che hanno attraversato il nostro sistema politico. Avvocato di professione e profondo conoscitore delle dinamiche parlamentari, Cota offre una visione chiara e articolata su temi cruciali come l’evoluzione del panorama politico, il ruolo dei partiti, la gestione dell’immigrazione e le riforme necessarie per il Paese.
In questa intervista, l’onorevole Cota affronta con pragmatismo e schiettezza le sfide che l’Italia sta affrontando, analizzando i cambiamenti degli ultimi anni, evidenziando l’importanza della stabilità politica e proponendo soluzioni concrete su questioni di grande attualità. Una conversazione che spazia dall’organizzazione dei partiti alle riforme della giustizia, fino alla gestione dell’immigrazione, con un focus sulle prospettive per un’Italia più moderna e funzionale.
Ecco le sue risposte.
Evoluzione della politica italiana: Negli ultimi anni, la politica italiana ha vissuto profondi cambiamenti, con l’emergere di nuovi attori e una crescente frammentazione. Come ha vissuto questa evoluzione e quali ritiene siano stati i cambiamenti più significativi?
È vero che la politica italiana si è frammentata a livello di gruppi parlamentari, ma la realtà è che a livello politico il sistema oggi più che mai si dimostra bipolare. Dunque, si realizza in concreto il fenomeno opposto. Il progetto politico del terzo polo, ad esempio, è fallito ed i Cinque Stelle sono diventati addirittura una costola del PD. Ciò è un bene per la stabilità, la chiarezza e la semplificazione.
Ruolo dei partiti: Crede che i partiti politici tradizionali stiano perdendo rilevanza nell’attuale panorama politico? Quale ruolo dovrebbero assumere per tornare a essere punti di riferimento per i cittadini?
Credo certamente nel ruolo dei partiti ed anche per questo mi trovo bene in Forza Italia che dopo la scomparsa del presidente Berlusconi ha saputo reinventarsi e diventare un partito vero, con tanto di congressi e di organizzazione territoriale. Si dovrebbe votare in base ai programmi, non soltanto sedotti dagli slogan e dalla personalità dei leader.
Gestione dell’immigrazione: L’immigrazione è un tema centrale del dibattito politico. Qual è la sua opinione sull’attuale gestione del fenomeno e quali soluzioni proporrebbe per bilanciare sicurezza, integrazione e rispetto degli obblighi internazionali?
La immigrazione va regolamentata e deve entrare e rimanere sul nostro territorio soltanto chi effettivamente ne ha diritto. Questo principio deve essere attuato in concreto e non rimanere sulla carta. La gente ne ha abbastanza delle grida manzoniane. Al contempo, però, vanno velocizzate le pratiche per il rilascio dei permessi di soggiorno per chi ne ha diritto ed anche l’esame delle domande di cittadinanza. Le norme che disciplinano la concessione della cittadinanza, poi, vanno attualizzate e la sua acquisizione va collegata ad una vera integrazione.Per questo, è giusta la proposta che arriva da Antonio Tajani. In generale, dobbiamo ammettere di aver bisogno di immigrati regolari.
Riforme necessarie: Se dovesse individuare una riforma politica urgente per il nostro Paese, quale sarebbe e perché? Pensa che ci sia il consenso necessario per attuarla in tempi brevi?
Sono un avvocato e la mia attenzione, in primis, è rivolta alla riforma della giustizia, a cominciare dalla separazione delle carriere. Penso, in generale, che i pm ed anche i giudici abbiano troppo potere. Negli anni dei governi con la presenza dei Cinque Stelle abbiamo vissuto un vero e proprio medioevo del diritto, con grandi passi indietro sul fronte del garantismo. Faccio due esempi. Se uno è assolto in primo grado, non può essere ritenuto colpevole oltre ogni ragionevole dubbio. Le sentenze di assoluzione non dovrebbero quindi poter essere impugnate dai pm, a meno che non si dimostri che il giudice fosse corrotto e che siano state scoperte nuove prove. Ciò dovrebbe valere per tutti i reati, non soltanto per alcuni come è previsto dalla recente riforma Nordio ( che comunque va nella direzione giusta). Sulle intercettazioni, poi, da anni si assiste ad una violazione legalizzata della originaria norma costituzionale. La segretezza delle conversazioni delle persone dovrebbe essere davvero inviolabile come dice la nostra Costituzione e le intercettazioni non dovrebbero essere consentite salvo il caso di mafia e di terrorismo internazionale.