Arresto di Cecilia Sala in Iran: Accuse, Diplomazia Italiana

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La giornalista italiana Cecilia Sala, 29 anni, è detenuta in Iran dal 19 dicembre 2024, dopo essere stata arrestata a Teheran con l’accusa di aver violato le leggi della Repubblica Islamica. Sala, nota per il suo lavoro con Il Foglio e Chora Media, si trovava in Iran con un visto giornalistico dal 13 dicembre. Attualmente, Sala è reclusa nel carcere di Evin, noto per ospitare dissidenti politici e prigionieri stranieri. Le autorità iraniane hanno confermato l’arresto, dichiarando che il suo caso è sotto inchiesta, senza fornire dettagli specifici sulle presunte violazioni. Il governo italiano, attraverso il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha avviato negoziati per ottenere il rilascio della giornalista. Tajani ha sottolineato la delicatezza della situazione, affermando che i tempi per il rilascio non sono prevedibili, ma che l’Italia sta facendo tutto il possibile per accelerare il processo. Nel frattempo, l’ambasciatrice italiana a Teheran ha visitato Sala in carcere, constatando che le sue condizioni di salute sono buone. Parallelamente, il caso di Sala potrebbe essere collegato all’arresto in Italia di Mohammad Abedini Najafabadi, cittadino iraniano fermato all’aeroporto di Malpensa il 16 dicembre su mandato delle autorità statunitensi. Abedini è accusato di cospirazione e fornitura di materiale al Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica. Il suo legale ha richiesto gli arresti domiciliari, mentre si discute l’ipotesi di uno scambio di detenuti tra Italia e Iran, con il possibile coinvolgimento degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti hanno espresso preoccupazione per la detenzione di Sala, chiedendo il rilascio immediato e incondizionato di tutti i prigionieri detenuti ingiustamente in Iran, utilizzati come leva politica. La vicenda potrebbe essere discussa durante la visita del Presidente Joe Biden a Roma, prevista dal 9 al 12 gennaio, durante la quale incontrerà il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la Premier Giorgia Meloni. Organizzazioni per i diritti umani, come Amnesty International, hanno definito l’arresto di Cecilia Sala un “rapimento”, sostenendo che l’Iran utilizza tali detenzioni come strumenti di pressione politica. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, ha dichiarato che Sala è vittima di una strategia iraniana volta a utilizzare i prigionieri come pedine di scambio. La situazione rimane complessa e in evoluzione, con negoziati diplomatici in corso per garantire il rilascio di Cecilia Sala e affrontare le implicazioni internazionali legate alla sua detenzione.