Roma 19 Novembre 2024
Il Ministro per gli Affari Regionali, Roberto Calderoli, ha bloccato una mozione delle opposizioni contro il disegno di legge sull’autonomia differenziata. Questo ha scatenato proteste in Aula, con Partito Democratico e Movimento 5 Stelle che accusano il governo di voler imporre una riforma divisiva che rischia di ampliare il divario tra Nord e Sud.
Le opposizioni hanno messo in discussione non solo il merito, ma anche il metodo della riforma. La deputata del PD Debora Serracchiani ha dichiarato: “Questa legge tradisce il principio di solidarietà nazionale, rischiando di minare il diritto all’uguaglianza nei servizi essenziali.” Anche Giuseppe Conte, leader del M5S, ha definito il disegno di legge una “minaccia per il Sud e le aree interne del Paese, già svantaggiate” e ha ribadito la necessità di un confronto istituzionale più trasparente.
Dubbi giuridici e il ruolo della Consulta
Le opposizioni hanno inoltre ricordato che la Corte Costituzionale ha più volte ribadito la centralità del principio di coesione nazionale. Il timore è che la riforma possa essere impugnata in quanto violerebbe articoli fondamentali della Costituzione, come il 3 e il 117, relativi all’uguaglianza e alla ripartizione delle competenze legislative.
Il confronto sull’autonomia differenziata si sta trasformando in una battaglia politica e istituzionale. Per il governo Meloni, questa riforma rappresenta un banco di prova per rafforzare il consenso nelle regioni settentrionali, ma rischia di alimentare un forte dissenso nelle aree meridionali. Sul fronte dell’opposizione, il dibattito rappresenta un’opportunità per mobilitare consenso contro quella che viene definita una “riforma spacca-Italia”.
Le prossime settimane saranno decisive, con possibili interventi della Consulta e l’intensificarsi delle mobilitazioni politiche e sociali.