Libano, 11 ottobre 2024 – Continuano le tensioni al confine tra Libano e Israele, con le forze israeliane (IDF) che hanno nuovamente aperto il fuoco sulle basi delle Nazioni Unite (Unifil). Durante l’ultimo attacco, due membri del contingente di peacekeeping sono rimasti feriti, uno dei quali in gravi condizioni. Londra e Parigi si sono dette “inorridite” dagli attacchi, mentre la Spagna ha annunciato di voler sospendere l’export di armi verso Israele. Il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto, ha risposto con fermezza, affermando che “la prossima volta rispondiamo”.
Questo episodio si aggiunge a una lunga serie di attacchi che negli ultimi giorni hanno coinvolto le basi italiane, con muri abbattuti da veicoli militari israeliani. La Francia ha immediatamente convocato l’ambasciatore israeliano a Parigi per fornire spiegazioni sugli attacchi, mentre Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, ha ribadito che tali azioni costituiscono una “violazione del diritto internazionale”.
Il contesto
Gli scontri si inseriscono in una situazione sempre più critica tra Israele e Hezbollah. L’organizzazione terroristica libanese, vicina all’Iran, ha lanciato centinaia di razzi contro il nord di Israele, aumentando l’instabilità nella regione. In risposta, l’IDF ha intensificato le operazioni nel sud del Libano, colpendo anche postazioni delle Nazioni Unite presenti nell’area. Israele ha aperto un’indagine sugli attacchi, promettendo di trasmettere i risultati all’Italia, ma nel frattempo ha giustificato le sue azioni come misure necessarie per difendersi dai continui attacchi di Hezbollah.
L’ambasciatore israeliano in Italia ha dichiarato che l’esercito israeliano sta conducendo un “esame approfondito al più alto livello” per capire le dinamiche degli incidenti. Tuttavia, l’esercito israeliano ha anche sottolineato che Hezbollah ha posizionato le sue strutture militari in prossimità delle basi Unifil, costringendo Israele a reagire.
Reazioni internazionali
Le reazioni diplomatiche non si sono fatte attendere. La Francia ha richiesto l’immediata cessazione degli attacchi e ha convocato l’ambasciatore israeliano per chiarimenti. Anche il Regno Unito ha espresso la sua indignazione, definendo inaccettabili le violenze contro le forze Onu.
Da parte sua, la Spagna ha chiesto l’immediato stop all’esportazione di armi verso Israele, con il primo ministro Pedro Sánchez che ha annunciato che il suo governo ha già bloccato le spedizioni. La Cina ha condannato duramente gli attacchi, mentre il Libano ha richiesto all’Onu una risoluzione per il cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah.
La posizione dell’Italia
Crosetto, parlando da Tel Aviv, ha ribadito che le forze italiane in Libano non si ritireranno, nonostante le pressioni militari. “Siamo in Libano e ci rimaniamo. Mai ci sposteremo perché qualcuno ce lo chiede con la forza”, ha detto il ministro. Nel frattempo, Antonio Tajani, Ministro degli Esteri italiano, ha confermato che nessun soldato italiano è rimasto ferito durante gli ultimi attacchi.
Nonostante la gravità della situazione, l’Italia continua a sostenere la missione Unifil e le operazioni di peacekeeping nel sud del Libano. L’ambasciatore israeliano in Italia ha affermato che le relazioni tra Israele e Italia rimangono solide, nonostante le difficoltà legate a questi episodi.
Gli attacchi alle basi Unifil rappresentano un ulteriore aumento delle tensioni nella regione, con le Nazioni Unite, l’Italia e altri Paesi impegnati nel tentativo di trovare una soluzione diplomatica al conflitto. La risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu 1701, che prevede il disarmo di Hezbollah e il mantenimento della pace nel sud del Libano, continua a essere il riferimento per ogni tentativo di mediazione. Tuttavia, con la situazione che degenera rapidamente, il rischio di un’escalation rimane elevato.