Roma, 9 ottobre 2024 – L’Aula di Palazzo Madama ha approvato oggi con 83 voti favorevoli, 49 contrari e 1 astenuto il disegno di legge presentato dal senatore di Forza Italia, Pierantonio Zanettin, che prevede un tetto massimo di 45 giorni per le intercettazioni. Il provvedimento, che ora passerà alla Camera, ha suscitato forti polemiche, con la maggioranza che esulta e le opposizioni che esprimono preoccupazioni.
Il disegno di legge, originariamente composto da tre articoli e finalizzato a vietare le intercettazioni tra avvocati e assistiti, ha subito modifiche significative in Commissione Giustizia. La norma che stabilisce il limite di 45 giorni per le intercettazioni è stata introdotta in seguito e prevede eccezioni solo per reati di mafia e terrorismo, o nel caso emergano “elementi specifici e concreti” che richiedano una motivazione esplicita.
La vicepresidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm), Alessandra Maddalena, ha lanciato un allarme, sottolineando che questa misura potrebbe compromettere la tutela dei diritti individuali e minacciare migliaia di inchieste in corso. Le opposizioni, tra cui il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico, hanno contestato il provvedimento, evidenziando il rischio di limitare indagini cruciali su reati gravi come omicidi e violenze.
Alfredo Bazoli, capogruppo del PD in Commissione Giustizia, ha definito il limite di 45 giorni come una “tagliola clamorosa”, richiamando l’attenzione sui potenziali danni alla sicurezza e alla giustizia. Ha inoltre criticato la scelta del numero, definendola arbitraria e priva di una adeguata analisi.
Nonostante le critiche, la maggioranza, sostenuta anche da Italia dei Valori, ha confermato il proprio sostegno al ddl, sottolineando la necessità di stabilire un limite alle intercettazioni per rispettare i diritti umani e le raccomandazioni della Cassazione.
Pierantonio Zanettin ha dichiarato che il ddl rappresenta “la terza gamba della grande riforma delle intercettazioni”, e ha ricordato le due precedenti misure già approvate, che includono il divieto di intercettare le conversazioni tra avvocati e clienti e la riforma della disciplina riguardante il sequestro di dispositivi elettronici.
Il provvedimento ora dovrà passare al vaglio della Camera, dove si prevede un intenso dibattito sull’equilibrio tra il diritto alla privacy e la necessità di strumenti efficaci nella lotta contro il crimine.