Narcisismo in pillole

di


La comunicazione per mezzo dei social mette in evidenza importanti problematiche legate agli emergenti problemi relativi alle difficoltà attentive e alla capacità di rielaborare le informazioni. Negli ultimi 20 anni si è assistito a un incremento potenziale della quantità di informazioni che bersagliano costantemente e incessantemente le persone. La multimedialità, la realtà virtuale, le reti telematiche, i satelliti digitali, internet, hanno modificato i processi di comunicazione del sapere, ma anche il modo con cui esso viene acquisito. Questi cambiamenti hanno indotto il passaggio da una società dell’informazione a una società cognitiva, una rivoluzione basata sull’informazione, che consente all’intelligenza di acquisire nuove capacità. Internet ha fatto emergere un nuovo continente, ha unito in maniera interattiva, sincronica e diacronica, utenti dei vari Paesi del mondo, inducendo grandi cambiamenti in termini di dematerializzazione nel mondo della produzione e della conoscenza: dematerializzazione creata dal passaggio da un universo di esperienze pratiche ad un universo di astrazioni simboliche. Il processo cognitivo si fonda sulla cultura tecnologica intesa sia come complesso di strumenti di mediazione, sia come ampliamento della mente stessa. Con internet tutti gli individui possono usufruire di una informazione a basso costo e in maniera assolutamente libera. Questo pone l’attenzione sulla necessità ancora maggiore di educare verso un pensiero critico, per abbattere, o quanto meno arginare, il fenomeno dell’analfabetismo funzionale. Non è da sottovalutare il fatto che siamo anche soggetti ad una moltitudine di informazioni che giungono ai nostri organi di senso in maniera rapida, continua, costante. Siamo immersi nell’iperstimolazione. Non si hanno né il tempo né la possibilità di processare il quantitativo di stimoli. L’effetto è quello di far sì che l’informazione rimanga ad un livello superficiale, in quanto manca l’effettivo tempo dell’elaborazione e della rielaborazione. Si percepisce troppo e troppo in fretta, con la conseguenza che si conosce sempre meno. Nel sistema educativo non possiamo non tener conto degli effetti e delle conseguenze del mancato processamento dell’informazione. Ci si trova dinnanzi a innumerevoli diagnosi relative a disturbi dell’attenzione, iperattività, ADHD, disturbi della concentrazione, ma se venisse considerato il problema della mancanza di tempo per il processamento e si costruisse una didattica in grado di compensare tutto ciò, a quanto diminuirebbero le suddette? I tempi evolutivi del nostro cervello sono molto più lenti di quelli dell’evoluzione tecnologica, con la conseguenza di un emergere di quadri ansiogeni e depressivi. Nella società odierna, difatti, si deve essere performanti, sempre, in maniera costante e il livello delle prestazioni deve crescere in continuazione. In realtà nessun sistema può accrescere continuamente, e come tale modo di ragionare ha portato a crisi economiche di livello mondiale, ora l’applicazione di questo porterà ad una crisi dell’essere umano a livello mondiale. Non stupisce l’utilizzo crescente di cocaina ed anfetamina, ad esempio, per consentire le prestazioni di performance. La competizione è sempre maggiore, la richiesta è sempre competitiva e non viene lasciato mai spazio alla noia. I bambini ed i ragazzi di oggi, oltre ad essere sovra stimolati, sono investiti anche dalle richieste genitoriali di performance; spesso, su di essi, vengono riversati i desideri non realizzati dei genitori, ai quali i figli sono chiamati a rispondere.