SESSISMO ANDATA/RITORNO, SI VOLA!

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Che sia un problema sociale fra “gli irrisolti” non v’è dubbio.
Che questa riflessione non vuole avere la spocchia di credersi un approfondimento sociologico dev’essere ben chiaro. Piuttosto, proverei a dare un’angolazione giornalistica all’argomento senza vigliacchi copia-incolla e senza cronache o report noti.
Personalmente, lo anticipo a scanso di equivoci buonisti o sospetti di captatio benevolentiae, non ho una preferenza assoluta di genere in riguardo a temi umani, indi per cui ho sempre diviso il mondo in “persone” e non in generi, colori, razze.
Credo che esistano esseri umani per bene e no. Una mia grossolana visione Dantesca che suddivide tutti in due macro categorie fatte di angeli e diavoli, in una qualche maniera asessuati. Distinguibili solamente in base a ciò che di bene o male portano o tolgono all’umanità. Apparentemente una visione banalizzata e sommaria…nella sostanza una visione, a mio avviso certamente, fondata sul risultato finale.
Ecco che, in somma, non ritengo possano essere i generi di appartenenza delle garanzie assolute “di questo o di quello”. Approfondendo notizie, alcune statistiche riservano sorprese inaspettate, in tutti i casi amare.
E’ d’attualità il fatto che la terza compagnia aerea mondiale (non è l’unico caso) abbia messo a disposizione del genere femminile la possibilità di scegliere se sedersi o meno accanto agli uomini. Decisione presa, dicono, sulla base di molestie in volo ripetutamente segnalate, frequenti in particolare dove la credenza religiosa conservatrice ha una presenza significativa. Il che ha anche un po’ di paradosso…
Sacrosanto sistema di affronto di una questione spinosa che demolisce, di contro, i moltissimi casi passati di rapporti senzienti “in volo”, con delusione nascosta dei focosi passeggeri ambosessi d’alta quota, la cui troposfera evidentemente è amica di Venere.
Ma per non voler mescolare le mele con le pere, e rispettare pure alcune religioni che obbligano distanze fra sessi, così come è una sicurezza spettante di diritto alle donne che vivono con timore questa possibile promisquità ambientale, mi domando quali potranno essere le implicazioni sociali di siffatte divisioni nella gestione, o meglio, nell’auspicabile crescita dei rapporti futuri uomo-donna.
Almeno laddove non vi siano patologie conclamate del comportamento sessuale da ambo le parti…però con maggiore attenzione verso le disfunzioni comportamentali mascoline, le quali, si è fin troppo visto, continuano a produrre finali realmente gravi.
Misoginia e Misandria che tipo di futuro avranno?
Quale è la strada giusta per creare una convivenza il più possibile equilibrata?
La divisione? l’educazione? la reciproca conoscenza attraverso la interazione?
Per fortuna non sono un sociologo e nemmeno uno psicanalista, ai quale lascio volentieri questa pesca da pelare.
Ho però una opinione.
Mi par d’aver capito che, genetica fortunata a parte capace di agevolare il percorso personale, noi umani abbiamo una grande capacità d’assorbimento nei confronti degli esempi che vengono dati, dei modelli che vengono proposti, di ciò che studiamo, di ciò che vediamo nel tessuto sociale e che di conseguenza ci influenza.
“Un figlio di un bestemmiatore, diventerà un bestemmiatore…così come chi vede esempi di malavita rischia molto di assorbire e seguire quella strada…” spiegava Il valente Magistrato Nicola Gratteri alla domanda su cosa rende il tessuto mafioso così diffuso e permeato.
Pur non essendo un’assioma (fortunatamente), è facile intuire quindi da queste basiche analisi che una educazione primaria al rispetto, al confronto, al rapporto e così via, insegni a comprendere meglio confini, linguaggi, intenzioni e tempi dell’altro sesso col quale vogliamo interagire e rapportarci. Così come per converso, esempi negativi di prevaricazione, abuso e mille altre situazioni tossiche spingono l’individuo (ma anche l’individua) verso comportamenti simili, mutuabili, distorti…diversi secondo natura, ma uguali nel risultato finale il cui denominatore comune è la violenza fisica o psicologica secondo i casi.
Allora, non vuole essere una monografia ripeto ma una riflessione; per cui diciamo che le compagnie di trasporto stanno mettendo una pezza da foratura di bicicletta a una situazione rapportuale che va pesata con molta delicatezza e decisione, per investire molto di più auspicabilmente in una formazione che avvicini e non che divida con barriere invisibili ma forti. Perchè temo che il malato o la malata rimangano malati anche quando innalzi un muro, che prima o poi scavalchi. Sarà inoltre molto interessante vedere come l’articolato mondo femminile gestirà, promuoverà o casserà o tutt’insieme questa possibilità di scelta.
Penso che Il libero arbitrio, dato dalla conoscenza, sia un’arma potente, saggia e spesso molto efficace.