FILOMENA

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Filomena dal greco philos (amico) e menos (forza) e vuol dire amica della forza. La storia ci racconta di tante Filomena, vissute in epoche diverse ma avente in comune una sottile, resistente forza d’animo che ne ha fatto delle eroine.

Anche la nostra Calabria vanta una Filomena; quella punta dello stivale, quella terra aspra e forte dalle acque limpide e trasparenti, dalle spiagge bianche, da ampie vallate e maestose foreste, vanta la nascita di questa donna umile e forte, pratica e sensibile. A volte un mare in tempesta, altre la cheta acqua del fiume: Filomena, costretta a subire gli anni difficili per il popolo italiano, dal 1923 al 1943 che vedono un’Italia impoverita e mortificata dal fascismo, dalle leggi razziali e da ogni forma di sofferenza.
Filomena è una donna atipica per il suo tempo: forte, determinata, pronta a combattere contro il maschilismo. Decisa a difendere il suo diritto allo studio, si vede costretta a combattere contro la sua stessa famiglia che non riesce ad accogliere il suo pensiero:
“Il cervello delle donne è pari a quello degli uomini. Pari opportunità”.
A distanza di venticinque anni dalla Prima guerra mondiale, era prevedibile la seconda. Così fu.
Italia e Germania stringevano il patto d’acciaio: se uno dei due paesi si fosse trovato in guerra, anche nel ruolo d’aggressore, l’altro paese avrebbe dovuto intervenire al suo fianco. L’Italia non era militarmente preparata alla guerra e Mussolini lo sapeva ma Hitler aveva detto, a voce, che la guerra non sarebbe scoppiata prima di due, tre anni.
La Seconda guerra mondiale era molto più vicina del previsto.
L’inizio di una guerra è come aprire la porta su una stanza buia. Non si sa mai cosa possa esserci nascosto nel buio.
Hitler arrivò in Italia con gran parte dell’establishment nazista per una visita ufficiale di una settimana ma, quando tornò in Germania, i destini dei due dittatori erano oramai indissolubilmente segnati.
Filomena aveva sposato un antifascista che non aveva paura di manifestare le sue idee politiche e non di rado veniva picchiato a manganellate dalle ronde naziste.
Regnava il caos. Intanto erano state emanate le leggi razziali e il raptus sterminatore non risparmiava neanche donne e bambini.
“Se mio marito non era presente in casa, lo era fuori.
Si dava da fare con tutti e per tutti.
Era attivo nella politica, per cui fu considerato un sovversivo.
Squadre di fascisti arrivavano a perquisire la nostra casa, a qualsiasi ora.
Anche quando non trovavano nulla di sospetto, Eugenio veniva arrestato e picchiato a manganellate sotto gli occhi miei e dei miei figli.
Fu in un’incursione notturna che persi il nostro quarto figlio.
Fu così che, per salvare la vita al padre dei miei figli, m’iscrissi al partito fascista femminile, godendo dei benefici che ne susseguirono.
La mia casa non venne più perquisita e mio marito non fu mandato in esilio, anche se era sempre tenuto d’occhio.
Scrissi una lettera a Donna Rachele, moglie di Mussolini nella quale l’informavo che non ero più in grado di pagare le pesanti tasse che gravavano sul mio negozio.
La risposta non si fece attendere e arrivò un’ordinanza che mi sgravava da ogni onere.
La situazione politica degenerò: a Cosenza non si trovava neanche da mangiare. Nessuna merce arrivava e io col solo lavoro di modista non riuscivo ad andare avanti.
Si dice che la necessità aguzza l’ingegno: sarei andata a Napoli.
Lì c’era il mercato nero e avrei trovato di tutto.
Partivo la notte tra il sabato e la domenica per ritornare la notte tra la domenica e il lunedì, in tempo per aprire il negozio.
Ero costretta a nascondermi, i controlli erano severissimi e si rischiava la vita. Ma affrontavo qualsiasi pericolo pur di dare da mangiare ai miei figli”.
Ma Filomena non si limitò a difendere e proteggere solo la famiglia. Mettendo a repentaglio la propria vita, riuscì a salvare settanta ebrei da morte certa; tra questi trenta bambini ai quali promise che, un giorno, avrebbero goduto della libertà privata, che sarebbero diventati uomini e donne degni di rispetto.
È la storia di una donna che ci presenta le sue emozioni.
Filomena è ogni donna. È la personificazione della donna coraggiosa e intrepida che non si lascia sopraffare ma lotta con dignità e coraggio fino alla fine della sua esistenza.