Franca Viola: una storia di coraggio

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“Io non sono proprietà di nessuno, nessuno può costringermi ad amare una persona che
non rispetto, l’onore lo perde chi le fa certe cose, non chi le subisce”. (Franca Viola)

Per comprendere meglio il significato delle sue parole, ci trasferiamo nella Sicilia degli anni ’60, in una società più severa nel giudicare il comportamento della donna rispetto a quello identico dell’uomo, ad esempio nel caso dell’adulterio, la legislazione sia stata altamente discriminatoria nei confronti della donna. Va sottolineato che la responsabilità dell’asservimento della donna siciliana, all’interno della famiglia patriarcale, fosse dovuto alla miseria e all’ignoranza, presenti nella società a causa del ritardo nello sviluppo del Sud.
Però, la donna siciliana, è sempre stata capace di ribellarsi e di lottare per assicurare i
beni di prima necessità alla propria famiglia; fin dagli anni ’60, si è impegnata per avere
riconosciuta l’uguaglianza di trattamento economico e giuridico rispetto all’uomo nel
campo del lavoro; e di come, dopo il ’68, accogliendo le istanze dei movimenti femministi, la donna siciliana sia stata capace di esprimere il diritto alla propria sessualità per sottrarsi al prepotere maschile contribuendo anche alla definitiva affermazione del divorzio nel 1974 ed alla depenalizzazione dell’aborto nel 1978.
Ma torniamo a Franca Viola: donna straordinaria e coraggiosa. Con il suo “no” a un uomo
ha sovvertito secoli di inciviltà e cambiato anche il diritto.
Santo Stefano del 1965 ad Alcamo, Sicilia.
Franca aveva appena 17 anni, era a casa con la mamma e il fratellino. Fino a quando Filippo Melodia, mafioso e suo ex, irruppe con altri tredici uomini.
Presero a pugni e calci Franca e sua madre, la rapirono.
Franca fu calpestata, umiliata, legata e ripetutamente violentata, per giorni.
Quando il 2 gennaio fu liberata dalla polizia, quel mafioso sorrise. “Cadrà ogni accusa, si
disse, perché lei mi sposerà; nessuna donna può rifiutare un matrimonio riparatore dopo aver perduto l’onore.
Invece l’onore lo aveva perso lui.
Franca disse di no e fu la prima.
Quell’uomo di carta che pretendeva di esserne il padrone, fu condannato a undici anni di carcere. E, lo stupro, fino ad allora considerato offesa alla morale, divenne offesa alla
persona.
Con quel suo “no” Franca cambiò la storia di tutte