DARIO TAMBURRANO Europarlamentare M5S

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FOTO di Lorenzo Prodezza

Noto per il suo impegno in vari settori, anche durante la sua carriera come eurodeputato dal 2014 al 2019. Rieletto nelle elezioni europee del 2024,  ha una carriera caratterizzata da un forte impegno nelle politiche energetiche e ambientali.

Onorevole Tamburrano, lei torna a Strasburgo come Europarlamentare eletto per la seconda volta con il M5S. Tanti i temi che ha messo al centro della sua campagna elettorale. Uno di questo è la critica al Green Deal. Perché e quali le sue proposte?
Il Green Deal, che pure alla sua comparsa ha suscitato entusiasmi, necessita di politiche economiche fortemente espansive e non è realizzabile nel quadro del rinnovato Patto di stabilità e crescita o dell’aumento dei tassi di interesse voluti dalla BCE.
Elettrificazione dei consumi e della mobilità, case efficienti dal punto di vista energetico hanno ad ora dei costi tali da apparire un lusso riservato ai più ricchi, mentre invece devono arrivare ad essere uno standard comune. Per attuare una vera decarbonizzazione sono quindi in primo luogo necessarie politiche economiche e industriali tali da rendere possibile la produzione a costi accessibili di quanto serve per realizzarla, come ad esempio pannelli fotovoltaici, pompe di calore, turbine eoliche, batterie, motori elettrici.
Bisogna assolutamente evitare di scaricare esclusivamente sulle spalle dei cittadini il peso economico della transizione ecologica. Altrimenti si causano sia il fallimento della transizione stessa sia l’instabilità sociale.

L’uso di fitofarmaci e fertilizzanti chimici così dannosi per l’ambiente e la salute di tutti noi a discapito della sostenibilità. Come fare?
I danni che l’agrochimica causa alla salute umana oltre che all’ambiente sono ampiamente documentati dalla letteratura scientifica: l’uso dei pesticidi è causa di patologie neoplastiche ed è legato fra l’altro ad abbassamento del QI e a deficit di attenzione. Sono dati pubblici: eppure paradossalmente costituiscono anche uno dei segreti meglio custoditi.
L’agricoltura industriale dipende da pesticidi e fertilizzanti chimici come il tossicodipendente dalla sua droga. Drogare e pompare la produttività ha causato il degrado degli ecosistemi e della fertilità del suolo, e quindi la necessità di dosi crescenti, senza le quali si raccoglie ben poco causando un circolo vizioso. È pertanto necessario liberare l’agricoltura da questa dipendenza perché, oltre a nuocere a salute ed ambiente, molti agrochimici vengono prodotti a partire dai combustibili fossili (sappiamo tutti che causano l’effetto serra e che la Terra non ne possiede riserve infinite) o da materie prime sempre più scarse e non rinnovabili.
Si tratta di pianificare una transizione specifica per l’agricoltura all’interno della transizione ecologica dell’intera società. Una transizione, perché la cessazione brusca e netta dell’uso di fitofarmaci e fertilizzanti chimici causerebbe uno shock impossibile da riassorbire, esattamente come il tossicodipendente va in crisi di astinenza. L’agricoltura, ovvero la produzione del cibo, è fondamentale e merita il massimo riguardo incluso il supporto pubblico per consentire – diciamo – un atterraggio morbido nel nuovo modello. L’importante però è garantire ai produttori il giusto ricavo senza che esso venga sottratto o annullato dalla grande distribuzione, e senza confondere la transizione con la procrastinazione o, peggio ancora, con le calende greche.

Promozione delle energie rinnovabili. Lei ha più volte affermato che gli europei possono diventare produttori di energia. Come?
Gli europei possono e devono produrre energia da fonti rinnovabili. L’Europa, povera di risorse naturali e di idrocarburi, possiede in abbondanza, a seconda delle aree geografiche, sole, vento, moto ondoso e maree. I sistemi di stoccaggio dei bacini idroelettrici vanno rimessi in efficienza con i dragaggi per recuperare le capacità perse nei decenni per l’accumulo di sedimenti, gli accumuli elettrochimici sono ormai maturi e in forte evoluzione tecnologica come anche i sistemi power to gas, ovvero la produzione e accumulo di idrogeno e di metano sintetico da fonti rinnovabili. Un mix di tali soluzioni, insieme all’innovazione sociale con l’autoconsumo nelle comunità energetiche rinnovabili consentono di ovviare alla discontinuità della produzione.
I benefici delle rinnovabili non si limitano a quelli ambientali. Solo le rinnovabili possono liberare l’Europa dalle implicazioni geopolitiche legate alla necessità di dipendere da fornitori esterni di energia. Le rinnovabili oltretutto, effettuato l’investimento iniziale al quale il sistema bancario deve essere obbligato a dare supporto, hanno costi di produzione fissi, prevedibili e molto bassi. Questo, nelle nuova era in cui siamo entrati, non è più invece garantito dai combustibili fossili come è stato in passato.
Però per liberare il potenziale delle rinnovabili è necessaria una vera e coraggiosa riforma del mercato elettrico europeo, dato che quella approvata durante la legislatura appena conclusa è un pasticcio inadeguato al nuovo modello energetico che lo stesso Green Deal ha promesso di realizzare. Tale riforma, ad esempio, lascia intatto il vecchio meccanismo di formazione del prezzo dell’energia elettrica, che è legato al prezzo della fonte più cara, ma necessaria per soddisfare la domanda del mercato. In sostanza significa che oggi, come nei prossimi anni, il costo dell’elettricità continuerà ad essere determinato dal prezzo del kWh prodotto da fonti fossili. Questo vale anche per il prezzo, altrimenti ben più basso, dell’elettricità di origine fotovoltaica o eolica.
Bisogna introdurre il disaccoppiamento del prezzo dell’energia elettrica fossile da quello dell’energia elettrica rinnovabile. Solo in questo modo famiglie ed imprese possono toccare con mano, cioè nella bolletta e nel portafoglio, il vantaggio delle rinnovabili e degli stoccaggi. E a questo punto la produzione delle rinnovabili e la loro accettazione sociale e territoriale non potrà che decollare.

Quali i benefici del Super bonus?
Ha avuto benefici palesi e meno palesi. Ha messo in circolazione denaro, già nel 2020, senza chiederlo ai mercati finanziari ed ha alleggerito di tre miliardi la fattura energetica nazionale ed evitato l’emissione di 6,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica nel solo 2022.
Gli investimenti in efficienza energetica hanno un ritorno garantito dalla termodinamica più sicuro dei mercati finanziari. La riduzione delle esternalità conseguenti ai ridotti consumi di energia anche ha il suo valore in termini di minori spese belliche e sanitarie.
In modo meno evidente, ma altrettanto importante, il Superbonus ha indicato la strada attraverso la quale la transizione ecologica può essere effettuata senza scaricarne il peso sulle spalle dei cittadini e senza, perciò, renderla insostenibile dal punto di vista sociale.
L’Inflation Reduction Act, che gli Usa hanno lanciato nel 2022, è un grande piano per la decarbonizzazione che fa largo uso di crediti fiscali: lo stesso concetto del Superbonus, che peraltro è stato inizialmente lodato dalla Commissione europea per poi essere criminalizzato in Italia come in maniera sorprendente dalla stessa Commissione europea.