Uno dei personaggi più controversi e discussi del Novecento italiano fu senza dubbio Gustavo Adolfo Rol e il 22 settembre ricorreranno i 30 anni dalla morte. Rol nacque a Torino il 20 giugno 1903. Rol viene da una famiglia ricca e molto colta, crebbe in un ambiente culturale stimolante. Rol frequentò sin da giovane le famiglie più in vista di Torino e si interessò alle arti, entrando in relazione con vari artisti e iniziando presto a cimentarsi nella pittura. Nel 1923 iniziò a frequentare la facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino, dove si laureò nel 1933 (G. Di Simone, Oltre l’umano. Gustavo Adolfo Rol, Reverdito, 2009, p. 7). Successivamente conseguì le lauree in Economia a Londra e in Biologia medica a Parigi. Nel 1925 intraprese la carriera bancaria per volere della famiglia. Decise poi di fare esperienza presso le filiali della Comit in giro per l’Europa, a Marsiglia, Parigi, Londra, Edimburgo e successivamente a Casablanca e a Genova (M. Bonfiglio, Il pensiero di Rol: la teoria dello spirito intelligente, Edizioni Mediterranee, 2003, p. 12). Proprio a Marsiglia si avvicinò all’arte del prestigio poiché, come egli stesso raccontò in più occasioni, fu un polacco che gli mostrò alcuni giochi con le carte. Tale incontro cambierà profondamente la vita di Rol, poiché fu proprio da questo momento che iniziò ad appassionarsi di spiritismo e metafisica. Nel 1927 Rol soggiorno a Parigi e appuntò su un suo diario: «Ho scoperto una tremenda legge che lega il colore verde, la quinta musicale ed il calore. Ho perduto la gioia di vivere. La potenza mi fa paura. Non scriverò più nulla!» (M. Bonfiglio, Il pensiero di Rol: la teoria dello spirito intelligente, Edizioni Mediterranee, 2003, p. 12). Da questo momento il giovane Gustavo Rol attraversò una crisi esistenziale, fino al punto di ritirarsi in un convento per più di tre mesi. Superata tale crisi, la sua fama agli inizi degli anni Trenta iniziò a diffondersi rapidamente. Personaggi di primissimo livello del mondo dello spettacolo, della politica e della scienza divennero suoi estimatori. Lo andarono a trovare Mussolini e de Gaulle, e scienziati come Einstein. Fu inoltre amico intimo con Federico Fellini, Franco Zeffirelli, Marcello Mastroianni, Cesare Romiti e della famiglia Agnelli (L. Negri, Così il magico Rol stregò i grandi dell’arte e del cinema, in ilgiornale.it, 11 agosto 2014).
Quelli che però in questa sede ci interessano sono i rapporti che ebbe con Benito Mussolini. Nel 1939, a pochi mesi dallo scoppio della guerra, Rol fu chiamato alle armi come capitano degli Alpini (M. Ternavasio, Gustavo Rol: la vita, l’uomo, il mistero, Torino, L’Età dell’Acquario, 2018, p. 31). Agli inizi del 1942 Rol era divenuto quasi una star in Italia e la voce dei suoi “super poteri” giunse anche a Benito Mussolini, il quale non perse tempo. Il Duce sapeva delle catastrofiche previsioni che Rol stava facendo sul futuro andamento della Guerra. Pitigrilli, scrittore e già collaboratore dell’OVRA, scrisse una lettera a Rol in cui gli comunicava al sensitivo: «Gustavo, si parla in altissimo luogo di te» e poco dopo seguì una convocazione ufficiale a Villa Torlonia (La leggenda di Rol, su CICAP. URL consultato il 15 febbraio 2019). Venne convocato intorno alla metà del 1942, stando alle testimonianze, e quando fu al cospetto del Duce quest’ultimo gli chiese: «Mi dicono che Voi fate delle previsioni. Come va la guerra? Parlate pure liberamente». Il sensitivo, stando alle testimonianze, ovviamente iniziò a tergiversare. Così Mussolini lo incalzò: «Vi ho chiesto di riferirmi quello che andate dicendo ad altri. Parlate liberamente. Vi garantisco che non Vi sarà fatto alcun male». Rol fu così costretto a dire la verità: «Duce, per me la guerra è perduta». Poi Mussolini continuò: «E il Duce?». Rispose secco Rol: «Gli italiani lo allontaneranno nella primavera del 1945». A questo punto, il Duce batté un violento pugno sul tavolo e si alzò in piedi: «Vedremo! Ora vada», e lo congedò rapidamente. I rapporti tra i due non si interruppero però qui, nonostante le risposte di Rol e l’andamento della Guerra nel 1942 potrebbero farlo presupporre. Concluso l’incontro con il Duce, al colonnello e ai suoi ufficiali che attendevano il suo ritorno confidò preoccupato la data esatta della morte del Dittatore: «28 aprile 1945» (Testimonianza dei soldati in La leggenda di Rol, su CICAP. URL consultato il 15 febbraio 2019). Dopo questo incontro, il Duce rimase in contatto con Rol e lo salvò per tre volte, poiché Hitler lo bramava con sé in Germania. Ma Rol non avrebbe mai collaborato con il Führer eMussolini, in tutte e tre le occasioni, lo fece contattare consigliandogli di trovare un riparo sicuro sulle montagne. «Nonostante questo avvertimento, nel 1943, rifugiatosi a San Secondo di Pinerolo, egli si prodigò per salvare molte vite di prigionieri grazie alle sue doti straordinarie, coinvolgendo gli ufficiali tedeschi in esperimenti come quello di rivelare particolari della loro vita o il contenuto di lettere delle loro mogli ancora sigillate» (B. Giannini, Gustavo Rol e Benito Mussolini: quando l’Occulto incontrò il Fascismo, in Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, 3/08/2019, https://www.combattentiereduci.it/notizie/gustavo-rol-e-benito-mussolini-quando-l-occulto-incontr-il-fascismo). Un documento testimonia l’eroismo di Rol durante gli anni della Guerra, questo è datato 3 maggio 1945, firmato dal sindaco di San Secondo di Pinerolo, si legge «Il coraggio da lui dimostrato in circostanze difficilissime valse a salvare la vita e i beni dei singoli e di intere comunità».
22 settembre 2024: a trent’anni dalla morte di Gustavo Adolfo Rol
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